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Ci vorrebbe un cuore nuovo…
Shadowbox.init(); $(function(){ $(".risposta").hide(); $(".hide").hide(); }); function Risposta(id_risposta) { $("#" + id_risposta).show(); } function Continua(id_contenitore, id_risposta) { $("#contenitore" + id_contenitore).show().appendTo("#" + id_risposta); } Il Sig. BP è un uomo di 60 anni noto per cardiomiopatia dilatativa primitiva diagnosticata nel 2000. E’ in FA cronica, dopo ripetuti tentativi di cardioversione. Nel 2014 nonostante TAO, che tuttavia appariva di difficile regolazione con INR spesso non in range, viene colpito da ictus cerebrale, fortunatamente senza reliquati significativi, da allora è in terapia con i NAO, nel caso specifico con rivaroxaban. Sempre in quell’anno è stato sottoposto a impianto di ICD monocamerale e nel contesto di quel ricovero ha eseguito una coronarografia, risultata negativa. Terapia in corso: furosemide 25 mg 2 cp x 2, spironolattone 25 1 cp, bisoprololo 10 mg/die, ramipril 7.5 mg/die, rivaroxaban 20 mg/die, allopurinolo 300 1 cp. Il paziente giunge all’osservazione per la comparsa di dispnea da sforzo a soglia progressivamente ingravescente. Il quadro clinico è quello di uno scompenso cardiaco con un BNP 1451 pg/ml, gli altri esami ematochimici mostrano una lieve insufficienza renale e ipopotassiemia, che viene prontamente corretta. Si imposta un trattamento diuretico e.v. successivamente associato a ciclo di terapia inotropa con levosimendan,...continua a leggere
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