Nella ricerca per identificare quali siano i pazienti, tra quelli in trattamento anticoagulante cronico con warfarin, che potrebbero giovarsi di un passaggio ai NAO, informazioni utili possono derivare da studi meno recenti, come questo scozzese pubblicato alcuni anni fa, che forniscono dati originali e utili alla discussione in corso. Goudie et al. hanno monitorato 334 soggetti con fibrillazione atriale in trattamento con warfarin dimostrando, alla analisi multivariata, che i predittori di emorragie maggiori sono rappresentati dall’accesso ad un programma di assistenza domiciliare (HR 3.1, range 1.0-9.2) e da una intensità di scoagulazione più elevata (HR 2.2, range 1.1-4.4), mentre un elevato "time in therapeutic range" (TTR) è risultato essere protettivo (HR 0.4, range 0.2-0.7). Questo studio, a mia conoscenza, è l’unico disponibile in letteratura in cui è stato testato il ruolo prognostico dell’accesso ad una assistenza...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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