Al tredicesimo simposio annuale sulla fibrillazione atriale tenutosi a Boston, la parola d’ordine è stata “robotica”. In effetti pochi sono stati gli interventi in tema di meccanismi fisiopatologici che sottendono l’aritmia in esame, mentre molte sono state le presentazioni dei relatori imperniate sulla possibilità di eseguire le procedure di ablazione della fibrillazione atriale con sistemi di navigazione più o meno complessi e soprattutto con sistemi robotici. Tali innovazioni permettono sicuramente una miglior riproducibilità della procedura, ma poco o nulla apportano sul piano delle conoscenze. La vecchia Europa in questo settore ha i numeri per dettare legge, sia Carlo Pappone che Michael Haissaguerre (dalle due nazioni cugine, Italia e Francia, che vivono momenti altalenanti di amore ed odio in ogni campo) sono stati gli unici a mandare messaggi carichi di contenuti e stanno, nella loro pratica clinica, rivolgendo nuovamente interesse all’atrio destro. Ciò soprattutto per l’ablazione della fibrillazione atriale persistente/permanente. Entrambi i gruppi, partendo dall’isolamento delle vene polmonari, cercano di organizzare i potenziali irregolari della fibrillazione atriale in regolari tachicardie atriali, eseguendo linee sulla parete posteriore dell’atrio sinistro e destro, sull’istmo...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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