Si tratta di uno studio retrospettivo di coorte teso a indagare l’ipotesi che l’attivazione della glicolisi attraverso la stimolazione beta adrenergica possa giocare un ruolo importante nella produzione di lattati in corso di sepsi e shock settico e che, pertanto, il trattamento beta bloccante a lungo termine possa influenzare la concentrazione di lattati. Lo studio ha analizzato i dati di 260 pazienti giunti in Pronto Soccorso per grave sepsi o per shock settico. Il 25% dei pazienti era in trattamento con beta bloccanti. L’analisi ha evidenziato che la concentrazione di lattati ematici era significativamente più bassa nei soggetti in beta bloccante (3.9±2.3 vs 5.6±3.6 mmol/L, p<0.001). La differenza si manteneva significativa anche dopo aggiustamento per diverse variabili, quali la mortalità, la sorgente dell’infezione o gli score di stadiazione della patologia quali il PIRO e il SOFA. Inoltre i pazienti con livelli...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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