L’avvento dei nuovi anticoagulanti orali è stato soprattutto trainato dal vantaggio pratico di potersi affrancare dal dosaggio dell’INR, ma sia i trial, che gli studi osservazionali dal mondo reale confermano che il loro uso si associa anche con una migliore prognosi. Questo studio osservazionale olandese è il terzo studio che viene pubblicato in Europa, dopo quelli danese e svedese, si riferisce ad una popolazione a più basso rischio rispetto al RELY perché aveva in media CHADS2 di 1.7 contro i 2.1 dello studio di riferimento e, rispetto a quelli americani, ha il vantaggio di mostrare una realtà in cui è disponibile l’uso di entrambi i dosaggi del dabigatran. Il 39% assumeva 110 mgx2 e la scelta del basso dosaggio che ricadeva sistematicamente nei pazienti di età > 80 anni, ad alto rischio emorragico, con uso concomitante di verapamil, o con VFG 30-49. Dopo 1.5 anni di follow-up,...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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