In questo numero di EuroIntervention, de Waha e colleghi hanno condotto un unica grande analisi retrospettiva di 83 pazienti con shock cardiogeno refrattario trattati con VA-ECMO periferica mente cannulata. Nonostante lo sforzo multidisciplinare per individuare buoni candidati per VA-ECMO, gli autori riportano una prognosi infausta, con solo il 18,1% di sopravvivenza a 18 mesi e il 15,7% di sopravvivenza con un buon risultato funzionale. In ospedale la mortalità è stata anche elevata a 68,7% principalmente per insufficienza multiorgano. Non è stato possibile svezzare 43,4% dei pazienti da VA-ECMO a causa della continua instabilità emodinamica. I tassi di complicazione maggiore erano alti, tra cui in pericolo di vita emorragia, eventi tromboembolici, infezioni, degli arti ischemia e insufficienza renale. Gli autori hanno identificato età, precedente impianto di ICD o terapia CRT, e insufficienza cardiaca sintomatica come predittori indipendenti di mortalità a lungo termine. Tra questi predittori, l'età dei pazienti > 75 anni e' risultata correlata ad un esito significativamente peggiore a lungo termine rispetto ai pazienti più giovani. Al contrario, la gravità della compromissione emodinamica acuta in base ai livelli di lattato o di indice cardiaco misurato non è risultata correlata alla sopravvivenza a lungo termine. Gli autori hanno inoltre identificato che i pazienti con ST-infarto miocardico con...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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