Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Thomas Engstrøm, dell’Università di Copenhagen, Danimarca, autore principale dello studio. Il postcondizionamento ischemico è una variazione della PCI in cui vengono eseguite occlusioni di 30 secondi intervallate da pause di 30 secondi per ripristinare il flusso ematico. "Una brusca riperfusione da PCI può danneggiare il muscolo cardiaco", ha detto Engstrøm "e l'idea era che l'esecuzione di una riperfusione “dolce” avrebbe protetto il cuore contro il danno da riperfusione." Studi precedenti hanno suggerito che fino al 35 % dei pazienti affrontano un danno da riperfusione durante angioplastica e che nei pazienti con STEMI il postcondizionamento ischemico limita in alcuni pazienti l'entità del danno da riperfusione. Tuttavia non era chiaro se tali procedure migliorano la sopravvivenza del paziente. Il...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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