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PFO: si chiude o no? Quale terapia farmacologica?

Ancora non è chiaro se sia superiore o meno rispetto alla terapia medica nella prevenzione secondaria delle recidive di ictus cerebrale ischemico criptogenetico

Nonostante la procedura di chiusura del PFO (forame ovale pervio) con dispositivo per via percutanea transcatetere sia semplice, efficace e priva di significative complicanze, non e’ stato ancora stabilito in maniera chiara e definitiva se sia superiore o meno rispetto alla terapia medica nella prevenzione secondaria delle recidive di ictus cerebrale ischemico criptogenetico. Dunque, la questione è: chiudere o non chiudere il PFO? e se non chiudere con dispositivo il PFO, quale terapia preferire? Com’é intuitivo, le domande non possono essere di esclusiva pertinenza cardiologica ma richiedono un approccio multidisciplinare al problema e, pertanto, una stretta collaborazione tra neurologi clinici, cardiologi clinici e interventisti, neuroradiologi, internisti, ematologi e “care givers” in ambito di “Heart-Brain Team. Infatti, nessuno dei trial randomizzati finora pubblicati – il CLOSURE I, il PC TRIAL e il RESPECT che hanno affrontato il confronto tra la procedura di chiusura del PFO e la terapia medica – ha risolto la questione dando le giuste risposte, non avendo raggiunto in nessun caso tutti gli end point prefissati. Tuttavia, i dati dei trial, i dati dei registri osservazionali, le esperienze dei singoli centri e le relative meta-analisi suggeriscono un generico...continua a leggere

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