L’ablazione transcatetere della fibrillazione atriale è gravata da un certo rischio di complicanze tromboemboliche anche in fase periooperatoria, che in alcuni studi sono arrivate fino al 5%. Non è ben chiaro quale sia la strategia migliore per limitare il rischio di queste complicanze. Alcuni studi recenti hanno suggerito l’utilità di un trattamento non-interrotto con farmaci anticoagulanti inibitori della vitamina K, a seguito del riscontro di un minor rischio di complicanze tromboemboliche ed emorragiche rispetto ai pazienti che praticavano bridge con eparina. Al momento attuale, non è chiaro se una strategia con farmaci anticoagulanti inibitori della vitamina K non interrotti al momento della procedura sia preferibile rispetto ad una strategia con nuovi anticoagulanti orali non inibitori della vitamina K (NOAC). Per colmare questa lacuna, Wu e coll. hanno recentemente pubblicato una meta-analisi di 25 studi, rigorosamente...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
VISUALIZZA VERSIONE COMPLETA