Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Joshua Z. Willey, della Columbia University di New York. Partendo dal presupposto che l'attività fisica durante il tempo libero (AF) è protettiva per la demenza, i ricercatori hanno ipotizzato che l’AF è protettiva anche contro il declino della performance cognitiva. Come parte del Northern Manhattan Study, l’AF è stata valutata al momento dell'arruolamento utilizzando un questionario e è stata eseguita a tutti i partecipanti del sottogruppo Northern Manhattan Study MRI una valutazione cognitiva utilizzando un esame standard neuropsicologico (NPE) (n = 1.228), ripetendo l’esame 5 anni dopo (n = 876). L’AF è stato considerata come l'intensità massima di qualsiasi attività svolta, classificandola come nessuna attività (inattività fisica) vs intensità da...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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