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Quanto incidono e come si gestiscono i sanguinamenti in corso di trattamento con NAO?

Tutti i NAO sono stati approvati (sia per la FANV – fibrillazione atriale non valvolare, che per il TEV – trombo embolismo venoso) attraverso imponenti trial randomizzati in doppio cieco (tutti pubblicati sul NEJM) risultando superiori al comparatore (il warfarin) relativamente al rischio emorragico. Ciò ha comportato che le Linee Guida internazionali (ESC, già dal 2012 e, poi successivamente, anche ACCP nel 2016) raccomandassero i NAO come prima scelta a causa del migliore “net clinical benefit” (somma di: almeno pari efficacia e di minore rischio emorragico) sia per FANV che per TEV (1-2). Le emorragie in corso di trattamento con NAO sono certamente presenti (trattasi di “anticoagulanti”) ma sono risultate in percentuale inferiore al warfarin non solo nei megatrial (3), ma anche negli studi osservazionali post-marketing, nei registri e nella “real life” (4-10); per esempio, nei 6.800 pazienti dello studio XANTUS (6), in soli 2 casi è stato impiegato il concentrato di complesso protrombinico (PCC), come pure in sole 4 delle 395 emorragie maggiori degli oltre 7.000 pz del braccio-NAO dello studio Rocket-AF (11). Una consistente mole di dati oggettivi fornisce tale evidenza. In particolare, l’incidenza delle emorragie intracraniche (quelle più gravi e più temibili - sia per la mortalità che per la invalidità – e che, pertanto, sono...continua a leggere

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ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS

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