Sarà destinato a fare discutere lo studio australiano di Ganesan et al appena pubblicato sull’European Heart Journal che riapre l’antica questione sul rischio embolico associto alla fibrillazione atriale permanente e parossistica, situazioni che le Linee Guida più recenti hanno trattato in maniera assolutamente sovrapponibile. Prendendo in esame 12 ampi studi, tra registri e trial, con gli inibitori della vitamina K e i NAO, che hanno coinvolto circa 100.000 pazienti, gli autori australiani hanno potuto constatare che la fibrillazione atriale non parossistica si associa ad un rischio relativo significativamente aumentato di stroke (RR 1.35) rispetto alla fibrillazione atriale parossistica, rischio che nei pazienti non scoagulati è ancora più elevato (RR 1.69), e anche ad un rischio aumentato di mortalità per tutte le cause (RR 1.46). E’ chiaro che le implicazioni di questa analisi, la più vasta pubblicata...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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