Uno studio recentemente pubblicato sul BMJ dalla Wang et al esplora i comportamenti relativi alla scoagulazione dei pazienti con fibrillazione atriale dal punto di vita di un ampio database di una compagnia assicurativa nordamericana. Gli Autori hanno preso in esame 21.900 pazienti naive che sono stati scoagulati, il 70% con warfarin e il 30% con dabigatran 150 mgx2. E’ interessante notare che negli anni presi in esame, e cioè tra il 2009 e il 2013, i pazienti che sono stati indirizzati al dabigatran erano significativamente meno compromessi rispetto a quelli trattati con warfarin, in particolare l’età media era 62 vs 65 anni, lo scompenso cardiaco era presente in 15% vs 26%, il diabete nel 25% vs 31%, pregresso stroke nel 13% vs 20%, insufficienza renale nel 7% vs 19% e storia di sanguinamenti in 16% vs 29%. In questa popolazione più grave il warfarin paga un rischio annuale quasi doppio di eventi tromboembolici (2% vs 1.1%,...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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