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La valutazione della disautonomia cardiovascolare: parte II

La valutazione della funzione autonomica cardiovascolare riveste un ruolo importante nel definire il contributo del sistema nervoso autonomo (SNA) a varie condizioni cliniche. Come precedentemente discusso per quanto riguarda lo studio della componente parasimpatica cardiaca, di seguito saranno illustrati i test relativi alla valutazione della funzione simpatica adrenergica.

Risposta pressoria all’ortostatismo attivo e passivo su Tilt Table
Il test più frequentemente utilizzato per la valutazione della funzione simpatica è la risposta pressoria allo stress ortostatico, tramite ortostatismo attivo o passivo su Tilt Table. L’assunzione dell’ortostatismo comporta uno spostamento di sangue nel distretto venoso sottodiaframmatico, in particolare in quello splancnico, pelvico ed a livello degli arti inferiori, con conseguente riduzione del riempimento ventricolare e della gittata sistolica. Una significativa riduzione di pressione arteriosa (PA) è prevenuta da una tachicardia compensatoria per inibizione vagale ed attivazione simpatica, e da una vasocostrizione dei vasi di resistenza e capacitanza a carico del distretto viscerale, muscolo-cutaneo e renale (1). La misurazione delle variazioni di PA e frequenza cardiaca (FC) indotte dall’ortostatismo è parte essenziale della valutazione del paziente con sospetta disfunzione adrenergica. In condizioni normali, la pressione...continua a leggere

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