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Un numero consistente di morti negli Stati Uniti potrebbe potenzialmente essere prevenuto con l'attuazione di una ottimale terapia mediante l’inbizione recettoriale dell'angiotensina e della neprilisina

Fonte: Gregg C. Fonarow, MD - JAMA Cardiol. Published online June 22, 2016. doi:10.1001/jamacardio.2016.1724.

Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Gregg C. Fonarow dell’università della California, Los Angeles. Dal momento che ha rilevato una vitale importanza la terapia di inibizione recettoriale dell'angiotensina e della neprilisina (ARNI) in quanto ha aumentato la sopravvivenza nei pazienti con insufficienza cardiaca e ridotta frazione di eiezione (HFrEF) negli studi clinici e considerando che fino ad oggi la stima dei potenziali benefici che potrebbero derivare dalla realizzazione di una terapia ottimale con ARNI a livello di popolazione non sono stati esaminati, i ricercatori hanno voluto quantificare i decessi prevenuti o posticipati con una completa implementazione della terapia con ARNI nei pazienti con HFrEF negli Stati Uniti. I criteri di ammissibilità alla terapia di ARNI, le stime basate...continua a leggere

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