La fibrillazione atriale (FA) aumenta il rischio di ictus ischemico di circa 5 volte. La terapia anticoagulante orale consente di ridurre tale rischio di circa due terzi. Purtroppo, la FA è asintomatica nel 70-80% dei casi. Per tale ragione, non è possibile affidarsi unicamente ai sintomi riferiti dal paziente per identificarla ma, piuttosto, è necessario sviluppare delle strategie capaci di identificarla anche quando non associata a sintomi. I contesti clinici nei quali può essere ricercata la fibrillazione atriale possono essere ricondotti a due scenari principali: quello della prevenzione primaria dell’ictus e quello della prevenzione secondaria dell’ictus. In questo articolo ci focalizzeremo prevalentemente sulla ricerca della FA per la prevenzione secondaria dell’ictus ischemico. Negli ultimi anni vi è stato un crescente interesse verso la ricerca della FA dopo un ictus ischemico, soprattutto se di causa indeterminata dopo accertamenti approfonditi. Infatti, i pazienti colpiti da ictus ischemico vengono abitualmente trattati con ASA a basso dosaggio. Tuttavia, quando in tali pazienti viene identificata la FA, per ridurre il rischio di recidiva di ictus, è necessario il passaggio alla terapia anticoagulante. Al fine di identificare la FA dopo un ictus ischemico, sono stati condotti numerosissimi studi basati su strategie e...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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