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Nei pazienti ricoverati in ospedale per insufficienza cardiaca e ridotta FE, l'uso della liraglutide non ha portato benefici sulla riduzione di morte e riospedalizzazione.
Fonte: Kenneth B. Margulies, MD - JAMA. 2016;316(5):500-508. doi:10.1001/jama.2016.10260 .

Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Kenneth B. Margulies della University of Pennsylvania di Philadelphia. Dal momento che un metabolismo cardiaco anormale contribuisce alla fisiopatologia dell'insufficienza cardiaca avanzata con frazione di eiezione ventricolare sinistra (FEVS) ridotta e dal momento che  gli agonisti del GLP-1 hanno mostrato effetti cardioprotettivi, nei primi studi clinici, neipazienti con insufficienza cardiaca avanzata, a prescindere dalla presenza di diabete di tipo 2, i ricercatori hanno voluto verificare se la terapia con gli agonisti del GLP-1 migliora la stabilità clinica dopo ospedalizzazione per insufficienza cardiaca acuta. E’ stato pertanto eseguito uno studio di fase 2, in doppio cieco, controllato con placebo, randomizzato che ha arruolato pazienti con insufficienza cardiaca stabile e ridotta FEVS recentemente ricoverati in ospedale. I pazienti sono stati arruolati tra l’agosto 2013 e il marzo 2015 in 24 centri degli Stati Uniti. I pazienti sono stati randomizzati a liraglutide, agonista del GLP-1 (n = 154), o a placebo (n = 146) somministrato tramite una iniezione sottocutanea quotidiana; il farmaco è stato portato ad un dosaggio di 1,8 mg/d durante i primi 30 giorni, e se tollerato è stato continuato per 180 giorni. L'end point primario è stato un global rank score in cui tutti i pazienti,...continua a leggere

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