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Quando il RENE perde COLPI
Nei pazienti ipertesi o scompensati con insufficienza renale anche severa, si distingue l’impiego della torasemide.

La progressiva riduzione della funzione renale che ca­ratterizza la storia naturale di ogni nefropatia cronica progressiva è caratterizzata da un aumentato riassorbimento di sodio ed acqua, prevalentemente a li­vello delle porzioni distali del nefrone. La conseguenza clinica che ne deriva è un aumento del volume extracellulare e la comparsa di edemi ed ipertensione arteriosa “sodio sensibile”. Con il progredire del deficit funzionale diviene indispensabile, in queste con­di­zio­ni, ol­­tre alla restrizione di so­dio con la dieta, il ricorso al­l’utilizzo di diuretici. I diu­retici tiazidici, quanto meno se utilizzati da soli, sono in grado di esercitare solo un mo­desto effetto diuretico e di conseguenza, nei pazienti con insufficienza renale mo­derata-severa, è in­di­spen­sabile ricorrere al­l’uti­liz­zo di diuretici dell’ansa, gli unici a poter indurre in queste condizioni di ridotta filtrazione glomerulare, un significativo effetto diuretico (Figura 1). To­ra­semide è un diuretico dell’ansa derivato della sulfanilurea utilizzabile sia per via orale che endovenosa. Do­po som­mi­ni­stra­zione ora­le torasemide è rapidamente assorbita (~80% della do­se somministrata, mentre questa è ~60% per la fu­rosemide) e raggiunge il picco di concentrazione plasmatica en­tro...continua a leggere

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