Un paziente di 77 anni, iperteso e diabetico, giungeva presso il nostro Pronto Soccorso per palpitazioni insorte circa 12 ore prima. L’ECG evidenziava fibrillazione atriale alla frequenza ventricolare media di 120 battiti/minuto. In anamnesi il paziente riferiva di essere stato sottoposto, circa 90 giorni prima, ad intervento di angioplastica primaria per infarto miocardico acuto con impianto di stent medicato su un ramo diagonale. Il paziente era in terapia domiciliare con ramipril 5 mg/die, pantoprazolo 20 mg/die, ASA 100 mg/die, ticagrelor 180 mg/die, metformina 500 mg 1cpx2, atorvastatina 40 mg/die e bisoprololo 1,25 mg/die. Gli esami ematici all’ingresso risultavano essere nella norma: Hb 13,4 g/dl, creatinina 1,26 mg/dl (clearence della creatinina 52,1 ml/min), INR 1,05.
Il paziente, valutato l'elevato CHA2Ds2-Vasc Score (pari a 4) ed il rischio di sanguinamento (HAS-Bled=2), è stato sottoposto a ecocardiogramma transesofageo, terapia con eparina a basso peso molecolare e successiva cardioversione elettrica, cui seguiva ripristino del ritmo sinusale. In considerazione del rischio tromboembolico, era necessario iniziare una terapia anticoagulante orale. Si decideva, pertanto, di sostituire ticagrelor con clopidogrel e di iniziare terapia con warfarin. Veniva, inoltre, iniziata terapia antiaritmica con amiodarone per la prevenzione delle recidive di fibrillazione atriale. Il paziente veniva rivalutato con visita ambulatoriale dopo circa trenta...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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