La prevenzione cardiovascolare nel paziente anziano incontra una serie di dilemmi relativi agli obiettivi terapeutici ed all’intensità degli interventi. Se è infatti noto che l’età è fattore di rischio indipendente per malattia cardiovascolare, sappiamo anche che con l’età aumenta il tempo di esposizione ad altri fattori di rischio. L’ipertensione arteriosa rappresenta fattore di rischio cardine in prevenzione cardiovascolare. La decisione di trattare e come, quando iniziare un trattamento, per quanto tempo, con quale intensità e quali target raggiungere, è un processo che deve necessariamente considerare l’equilibrio complesso tra età, comorbilità e fragilità. Un recente documento di consenso ESH/EUGMS (1) sottolinea la necessità di distinguere tra pazienti ipertesi anziani di età compresa tra 60 e 70 anni ed ipertesi “grandi anziani”, di età superiore ad 80 anni, gruppo quest’ultimo, che, per incidenza e prevalenza di fragilità, comorbilità e perdita dell’autonomia, necessita di una caratterizzazione a sé stante. I risultati dello studio HYVET (2) hanno mostrato che soggetti ultraottantenni potevano essere efficacemente trattati con perindopril ed indapamide in associazione o meno, con una riduzione di eventi cardiovascolari maggiori e morte da tutte le cause, rispetto a placebo. Tuttavia la maggior parte dei pazienti arruolati...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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