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Il tempo di somministrazione di epinefrina in pazienti in arresto cardiaco in ospedale per ritmi non defibrillabili è correlata con la sopravvivenza: più sono lunghi i tempi più si riduce la sopravvivenza e la sopravvivenza con recupero funzionale
Fonte: Rohan Khera - Circulation. doi.org/10.1161/CIRCULATIONAHA.116.025459.

Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Rohan Khera del Southwestern Medical Center di  Dallas, USA. Per i pazienti in arresti cardiaci in-ospedale a causa di ritmi non trattabili con DC shock, ritardi nella somministrazione di adrenalina oltre i 5 minuti è associata con una sopravvivenza peggiore. Tuttavia, la il tempo di somministrazione di epinefrina e il suo impatto sui risultati è sconosciuto pertanto i ricercatori hanno identificato 103.932 pazienti adulti (≥ 18 anni) presso 548 ospedali che hanno presentato un arresto cardiaco in ospedale dovuto ad un ritmo cardiaco non defibrillabile che hanno ricevuto almeno 1 dose di adrenalina tra il 2000-2014. Sono stati costruiti modelli di regressione a due livelli per quantificare la variazione nei tassi di somministrazione di epinefrina (> 5 minuti) e la sua associazione con i tassi ospedalieri di...continua a leggere

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