Ormai da qualche anno per la prevenzione dell’ictus da fibrillazione atriale (FA) non valvolare e per la trombosi venosa profonda (TVP) sono entrati a fare parte della nostra pratica quotidiana i nuovi anticoagulanti orali (NAO), i quali avevano già mostrato negli studi di registrazione un’efficacia almeno pari a quella del Warfarin ma con un profilo di sicurezza e manegevolezza maggiore; tali evidenze sono state poi confermate anche dai dati di real life. Finora però i pochi studi di confronto tra NAO erano legati a quelli registrativi e mai nessun confronto diretto era stato eseguito nella pratica quotidiana.
Da sottolineare che bisogna prestare cautela nell’interpretazione di tali dati perché, nella maggior parte dei casi, si tratta di informazioni che provengono da registri e analisi di specifici database e pertanto condizionati da bias di selezione. Le analisi statistiche attualmente in uso tendono comunque a limare queste “interferenze” senza raggiungere però la qualità dei grandi trials randomizzati.
Finora solo un piccolo studio su circa 400 pazienti (Sherid et al1.) aveva valutato se c’erano differenze di sanguinamento tra Rivaroxaban e Dabigatran non riscontrando differenze significative tra i due gruppi, ma una grande limitazione dello studio era proprio l’esiguità del campione...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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