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Studio EINSTEIN CHOICE: Nei pazienti a rischio elevato per il ripetersi di trombosi venosa, una bassa dose di Rivaroxaban ha ridotto il rischio di recidiva di più di tre volte rispetto ad aspirina, senza alcun aumento significativo dei sanguinamenti
Fonte: ACC 2017 scientific session, Washington DC, USA.

Queste sono le conclusioni dello studio coordinato da Philip S. Wells dell'Università di Ottawa. "Abbiamo dimostrato che i medici possono prescrivere in modo sicuro Rivaroxaban per i pazienti a rischio di tromboembolia venosa ricorrente (TEV), senza preoccuparsi del fatto che, così facendo, aumenterà il rischio di sanguinamento", ha sottolineato Wells. I pazienti che hanno avuto una TEV, generalmente, sono trattati con un anticoagulante per 6 -12 mesi dopo l'evento. Tuttavia, alcuni pazienti rimangono a rischio elevato di recidiva se la terapia anticoagulante viene sospesa. I fattori di rischio più comuni per TEV sono il cancro e l'immobilità per un intervento chirurgico o per una malattia. Inoltre, alcuni pazienti sviluppano la TEV "non provocata”, cioè una TEV che si verifica in assenza di fattori di rischio noti. Studi precedenti hanno suggerito che il trattamento prolungato con un anticoagulante come il warfarin o il rivaroxaban riduce il rischio di TEV ricorrente, mentre altri studi hanno dimostrato che anche l'aspirina riduce il rischio per una TEV ricorrente e potrebbe presentare un rischio più basso di sanguinamento rispetto al trattamento prolungato con un anticoagulante. Lo studio multicentrico internazionale ha arruolato 3.396 pazienti che avevano assunto per 6 - 12 mesi una terapia anticoagulante per una TEV. L’età media dei pazienti era di 59 anni, e il 55% era rappresentato da uomini....continua a leggere

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