Nello studio EMPAREG OUTCOME, la terapia con empagliflozin ha ridotto del 14% il rischio di eventi cardiovascolari (CV) maggiori, con una diminuzione del 38% della mortalità CV nei pazienti con diabete di tipo 2 (DM2) e malattia CV nota. Tali risultati però non sono riconducibili all’esclusivo effetto di empaglifozin su compenso glicemico, peso corporeo e pressione arteriosa, né all’azione sull’aterosclerosi. L’effetto diuretico, migliorando gli aspetti emodinamici e lo stress del miocardio, può contribuire a spiegare parzialmente i dati dell’EMPAREG OUTCOME. Degna di considerazione però è anche l’azione iperchetonemica degli SGLT2i: in particolare il beta-idrossibutirrato aumenta del 24% la funzione miocardica, riducendo il consumo di ossigeno e lo stress ossidativo e stimolando la rigenerazione mitocondriale. In questo modo la glicosuria indotta da empagliflozin...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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