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Profilassi antiaggregante o antitrombotica nel paziente fibrillante a basso rischio: una ulteriore conferma al NO!
Fonte: Anjani Golive, MD - http://dx.doi.org/10.1016/j.amjcard.2017.03.256.

Il reale beneficio dell'uso di antitrombotici nella profilassi  del tromboembolismo nei pazienti affetti da fibrillazione atriale a basso rischio rimane ancora controverso. A tale scopo, sono stati analizzati 56.764 pazienti con diagnosi di FA e un punteggio CHADS2 0 o 1, o  CHA2DS2-VASc di 0, 1 o 2 trattati con aspirina o clopidogrel (terapia antiaggregante) o warfarin in monoterapia (anticoagulante) entro 6 mesi dalla diagnosi. L'end point comprendeva la mortalità per qualsiasi causa, accidente cerebrovascolare (CVA), attacco ischemico transitorio (TIA), e sanguinamento maggiore. L'età media della popolazione era 67,0 ± 14,1 anni e il 56,6% era di sesso maschile. 9.682 pazienti sono stati trattati con ASA,1.802 con clopidogrel e 1.164 con warfarin; 46.042 non hanno ricevuto alcuna terapia. I tassi di eventi differivano tra i pazienti con un punteggio CHADS2 di 0 e 1; 18,5% e il 37,8%...continua a leggere

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