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L'iperglicemia, anche quando non esita in diabete, aumenta significativamente il rischio cardiovascolare
Fonte: Merino J. Diabetes Care. 2017 Mar 15. pii: dc162625. doi: 10.2337/dc16-2625. [Epub ahead of print].

Dati epidemiologici prospettici hanno evidenziato che gli individui con diabete di tipo 2 (DT2) hanno una maggiore incidenza di malattia coronarica (CAD) rispetto a quelli senza DT2, e questa evidenza supporta la considerazione del DT2 come fattore di rischio predittivo per futura malattia cardiaca. Tuttavia, il DT2 è una malattia complessa, tipicamente accompagnata da un aumento adiposità, infiammazione, stress ossidativo, dislipidemia ed un aumento della pressione sanguigna, che accelerano l'aterosclerosi e influiscono sulla determinazione della CAD. Pertanto, è possibile che l'effetto del DT2 sulla CAD non sia mediato dalla glicemia di per sé, ma da altri fattori patogenetici di rischio non ancora accertati. Studi epidemiologici hanno dimostrato che la relazione tra la glicemia e il rischio di CAD inizia nel normale range glicemico. Tuttavia, studi clinici randomizzati (RCT) nei quali si riusciva ad abbassare il livello di glicemia e a ritardare l'insorgenza del DT2 nei soggetti con prediabete hanno avuto effetti contrastanti rispetto alla protezione cardiovascolare. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di per verificare l'ipotesi che l’iperglicemia geneticamente determinata, quale unico tra tutti gli altri fattori metabolici che potenzialmente contribuiscono all’insorgenza del DT2, abbia un effetto sul rischio di CAD. continua a leggere

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