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La cardioversione elettrica è utile solo in pazienti selezionati, ma dovrebbe essere più spesso associata ad una terapia antiaritmica: i dati nordamericani
Fonte: Pokorney SD et al. Cardioversion and subsequent quality of life and natural history of atrial fibrillation. Am Heart J 2017; 185: 59-66.

Pokorney et al nel numero di Febbraio dell’American Heart Journal fanno il punto sull’utilizzo della cardioversione elettrica negli Stati Uniti relativamente a 9.642 pazienti del registro ORBIT AF provenienti da 176 centri nordamericani arruolati nel biennio 2010-2011. I pazienti sottoposti a cardioversione sono stati l’8%, di questi l’84% dopo un periodo di scoagulazione come definito dalle Linee Guida (almeno 3 settimane) e nel 12% dei casi dopo un periodo di scoagulazione più breve, con una strategia guidata dall’ecocardiogramma transesofageo. A tale proposito può essere utile confrontare i risultati di questa survey con una analoga effettuata in Europa (Hernandez Madrid ed al. Europace 2013; 15: 915-18) da cui emergeva che nel nostro continente la cardioversione elettrica viene effettuata più frequentemente, compresa...continua a leggere

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