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CHARM study, nuovi risultati: il candesartan è efficace nei pazienti con insufficienza cardiaca e FE ridotta al pari dei pazienti con insufficienza cardiaca con FE lievemente ridotta
Fonte: Heart Failure ESC 2017 scientific session, Parigi.

Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Lars H Lund dell’Istituto Karolinska di Stoccolma, Svezia. Secondo la definizione della Società Europea di Cardiologia del 2016 i pazienti con insufficienza cardiaca e FE lievemente ridotta (HFmrEF) presentano sintomi e segni di insufficienza cardiaca, livelli elevati di peptidi natriuretici, segni di malattie cardiache strutturali o funzionali e hanno una FE fra il 40 e il 49%, trovandosi tra i pazienti con HFrEF (FE <40%) e i pazienti con HFpEF (FE ≥50%). Prima di questo aggiornamento clinico, le caratteristiche, i risultati e l'efficacia del trattamento nei pazienti della categoria HFmrEF non erano stati studiati: la sperimentazione originale del CHARM Study ha suddiviso solo i pazienti in HFrEF e HFpEF, pertanto, lo scopo del presente studio era quello di valutare l'uso di candesartan nei pazienti con HFrmEF. Lund ha dichiarato: "La ragione per questo studio parte dal presupposto che la FE è normale quando è superiore al 50%, e che la terapia dell’insufficienza cardiaca attuale è efficace a ridurre la morbilità e la mortalità solo nei pazienti con una FE inferiore al 40%. Ciò lascia un evidente gap per quanto riguarda i pazienti con FE tra il 40 e il 49%, dove la FE non è normale e mancano dati certi per quanto riguarda la terapia ". I pazienti inclusi nello studio CHARM avevano almeno 18 anni ed erano in classe...continua a leggere

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