In Italia la mortalità totale, in poco più di 30 anni, si è dimezzata (-51% tra il 1980 e il 2013) e le malattie cardiovascolari sono quelle che più hanno contribuito a questo successo (-63% la mortalità per cardiopatia ischemica; -70% la mortalità per malattie cerebro-vascolari). Le malattie cardiovascolari rappresentano, tuttavia, ancora la principale causa di morte per gli italiani. I dati ISTAT nel 2013 evidenziano che queste patologie contribuiscono per il 37% alla mortalità totale (41% nelle donne e 34% negli uomini); le malattie ischemiche del cuore determinano il 12% della mortalità totale (11% nelle donne, 13% negli uomini) e quelle cerebrovascolari il 10% (11% nelle donne e 8% negli uomini). Un problema ‘emergente’ è rappresentato dallo scompenso cardiaco, che spesso costituisce un’evoluzione della cardiopatia ischemica e che è causa, ormai, di oltre la metà dei ricoveri per malattie cardiovascolari. Ma in quale percentuale la riduzione degli infarti fatali registrati nei 20 anni tra il 1980 ed il 2000, nella popolazione italiana di età 25-84 anni, è da attribuire alle azioni di prevenzione primaria sui fattori di rischio nella popolazione (principalmente correzione dello stile di vita, inteso come alimentazione,...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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