ICTUS ISCHEMICO CARDIOEMBOLICO ED EMORRAGIA CEREBRALE
Il caso esposto, tutt'altro che infrequente nella pratica clinica, propone una serie di importanti snodi decisionali che, generalizzando, sono legati alla necessità di garantire una adeguata prevenzione (primaria o secondaria) del cardioembolismo in una situazione dove si è già verificato (in corso di TAO o in assenza di TAO) un sanguinamento intracranico; dove pertanto occorre trovare il migliore bilanciamento possibile tra il rischio ischemico ed il rischio emorragico. Di seguito il commento agli snodi decisionali scaturito dalla discussione all’interno del Gruppo costituito dai
Centri della Rete delle Neurocardiologie che hanno partecipato al Workshop “Le situazioni cliniche ad alta complessità” svoltosi a Roma nell’ambito del Congresso Nazionale 2017.
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Come dobbiamo comportarci con un paziente che, in Terapia Anticoagulante Orale (TAO) per la prevenzione del cardioembolismo nella Fibrillazione Atriale (FA), presenta un sanguinamento intracranico?
Verso le ore 9 di una domenica mattina di agosto 2016, accede al PS di un Centro Hub del Veneto un uomo di 66 anni, per la comparsa durante la notte di vertigini, nausea e difficoltà nel tentativo di assumere la stazione eretta....
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