Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Linxin Li e Olivia C Geraghty del John Radcliffe Hospital, Università di Oxford, UK. E’ ben nota l’importanza del trattamento anti-piastrinico permanente dopo eventi vascolari ischemici, sulla base di prove condotte principalmente in pazienti di età inferiore ai 75 anni. Tuttavia il sanguinamento gastrointestinale del tratto superiore è una grave complicazione, ma ha avuto una bassa mortalità negli studi condotti con aspirina e non si ritiene generalmente causa di disabilità a lungo termine. Pertanto, anche se la co-prescrizione di inibitori della pompa protonica (PPI) riduce i sanguinamenti gastrointestinali del tratto superiore del 70-90%, il loro utilizzo è basso e le linee guida non sono chiare. A tal riguardo i ricercatori hanno voluto valutare il rischio, il tempo e gli esiti del sanguinamento susseguenti a trattamento anti-piastrinico in prevenzione secondaria in pazienti di tutte le età. E’ stato eseguito uno studio prospettico di coorte sulla popolazione in pazienti con un primo attacco ischemico transitorio, ictus ischemico o infarto miocardico trattato con farmaci anti-piastrinici (principalmente basati sull'aspirina, senza utilizzo di routine del PPI) dopo l'evento nell’Oxford Vascular Study dal 2002 al 2012, con un follow-up fino al 2013. E’ stato determinato il tipo, la...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
VISUALIZZA VERSIONE COMPLETA