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Ipertensione e danno d’organo

L’ipertensione arteriosa, se escludiamo le forme di ipertensione secondaria o le forme di ipertensione molto grave (la vecchia ipertensione maligna), non è di per se una patologia, ma deve essere considerata un fattore di rischio. In questa ottica risulta fondamentale la valutazione accurata di quelli che sono i tipici organi bersagli dell’ipertensione (Tabella 1), ricercando, quando necessario e indicato, la presenza di danno d’organo. Per il calcolo del rischio cardiovascolare del paziente inoltre, oltre alla presenza di altri fattori di rischio, la presenza di eventuali danni d’organo subclinici (ricercabili con vari esami strumentali e di laboratorio) o di condizioni patologiche associate già clinicamente manifeste aumenta notevolmente la categoria di rischio del paziente iperteso. Danno d’organo subclinico e patologia di un organo bersaglio infatti, aumentano il rischio cardiovascolare molto di più di un singolo fattore di rischio perché sono segno evidente di alterazioni patologiche che i fattori di rischio hanno indotto sugli organi bersaglio.

Esami di laboratorio di routine
Nei pazienti ipertesi risulta fondamentale eseguire quindi una corretta ricerca del danno d’organo e delle condizioni associate. La prima cosa da fare sono semplici esami di routine. Anche se il work-up diagnostico può essere più esteso nei soggetti giovani e nei casi d’ipertensione di recente sviluppo, gli esami di laboratorio da effettuare in prima...continua a leggere

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