Fonte: Benussi et al. European Heart Journal 2016;37:2893–2962.
L’ablazione della fibrillazione atriale è, ormai da diversi anni, un intervento in classe IA per pazienti con forme parossistiche, sintomatiche, resistenti alla terapia farmacologica antiaritmica, come confermano le ultime linee guida europee. Tale intervento è gravato da alcune potenziali complicanze intraprocedurali. Tra queste, gli accidenti cerebrovascolari, vengono riportati dalle survey mondiali intorno all’1%. Gli eventi tromboembolici intraprocedurali sono legati a differenti cause tra le quali il permanere per tempi anche prolungati degli elettrocateteri nelle camere cardiache sinistre, il danno endoteliale sostenuto sia dal trauma diretto che dall’energia ablativa, soprattutto dalla radiofrequenza che induce uno stato protrombotico ed, infine, la possibile presenza di disfunzione contrattile atriale, soprattutto nelle forme di fibrillazione atriale...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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