Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Mikhail Kosiborod della Missouri-Kansas City University, USA. Negli ultimi studi su pazienti affetti da diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari aterosclerotiche in trattamento con l’Empagliflozina (inibitore del SGLT-2) è stata riscontrata una riduzione della morte cardiovascolare e delle ospedalizzazioni per insufficienza cardiaca (HHF). Pertanto i ricercatori hanno voluto confrontare nella real life le HHF e le morti nei pazienti che hanno iniziato una terapia a base di uno qualsiasi degli inibitori del SGLT-2 rispetto ad altri farmaci antidiabetici orali (ADO). I dati sono stati raccolti negli Stati Uniti, Norvegia, Danimarca, Svezia, Germania e Regno Unito. Sono stati 309.056 pazienti che hanno iniziato una terapia con un inibitore del SGLT-2 o con un ADO (154.528 pazienti in ogni gruppo di...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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