E’ noto che una frequenza cardiaca inferiore sia associata a risultati clinici migliori nei pazienti con insufficienza cardiaca con ridotta frazione di eiezione. Tuttavia, ad oggi, non vi sono dati in merito nei pazienti con frazione di eiezione conservata. Lo scopo di questo studio era quello di esaminare l’associazione tra frequenza cardiaca alla dimissione e risultati clinici in pazienti ospedalizzati per scompenso cardiaco con frazione d’eiezione conservata. Su 8.873 pazienti ospedalizzati per scompenso cardiaco con frazione d’eiezione conservata (FE≥50%) nel registro OPTIMIZE-HF, 6.286 aveva una frequenza cardiaca stabile, definita come una variazione tra l’ingresso e la dimissione di meno di 20 battiti al minuto (bpm). Di questi, il 38% con una frequenza cardiaca <70 bpm alla dimissione sono stati abbinati con pazienti con una frequenza cardiaca ≥70 bpm. Durante un follow-up medio di circa 3...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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