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Il valore dell'automisurazione domiciliare della pressione arteriosa

Da oltre un secolo la misurazione clinico-ambulatoriale della pressione rappresenta il cardine della valutazione dell’ipertensione arteriosa, rendendo possibile inquadrare quest’ultima come uno dei principali fattori di rischio cardiovascolari noti e favorendo lo sviluppo di una quantità monumentale di dati e ricerche volte ad indagarne l’impatto prognostico ed il valore di una sua correzione terapeutica. Proprio tali aumentate conoscenze ci permettono però oggi di evidenziare alcune limitazioni di questa metodica: è ad esempio ben noto come la pressione arteriosa sia soggetta a mutamenti anche repentini nel corso delle 24 ore, limitando pertanto l’oggettività di una scelta terapeutica fondata su una singola o su poche singole misurazioni effettuate in ambulatorio; tale variabilità, di per sé dimostrato fattore di rischio cardiovascolare, ancor più marcata nel paziente anziano (Pringle E, Phillips C, Thijs L, Davidson C, Staessen JA, de Leeuw PW, Jaaskivi M, Nachev C, Parati G, O'Brien ET, Tuomilehto J, Webster J, Bulpitt CJ, Fagard RH; Syst-Eur investigators. Systolic blood pressure variability as a risk factor for stroke and cardiovascular mortality in the elderly hypertensive population. J Hypertens. 2003; 21: 2251-7). È inoltre dimostrato l’effetto che le reazioni di allarme del paziente all’atto della misurazione da parte del personale sanitario possono avere in termini di...continua a leggere

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