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Quanto tempo deve durare la fibrillazione atriale per iniziare l'anticoagulante?

L.M., 68 anni, donna obesa (BMI 31) affetta da circa 10 anni da ipertensione arteriosa e dislipidemia, svolge vita sedentaria, fuma 3-4 sigarette/die dalla giovane età e non assume abitualmente alcolici. All’autocontrollo domiciliare della pressione arteriosa (PA), valori sostanzialmente nei limiti della norma (PA sistolica 120-130 mm Hg, PA diastolica 75–80 mm Hg) assumendo l’associazione terapeutica Perindopril 10 mg/Amlodipina 5 mg 1 compressa/die. Agli esami ematochimici (eseguiti circa 6 mesi fa), buona funzione renale ed epatica, euglicemica, buon profilo lipidico (LDL 105 mg/dl, trigliceridemia 91 mg/dl) con terapia a base di Atorvastatina 20 mg ed Ezetimibe 10 mg. Circa 4 mesi fa, comparsa di cardiopalmo prevalentemente serale per cui il medico di medicina generale (MMG) le ha fatto eseguire ecocardiogramma (ventricolo sinistro di normali dimensioni, spessori parietali ai limiti alti (SIV 11 mm, PP 10 mm), FE 60%. Disfunzione diastolica di I grado. Atrio sinistro ai limiti alti (area 20 cmq), radice aortica e sezioni destre nei limiti. Al color Doppler lieve insufficienza mitralica, monitoraggio non invasivo della PA delle 24 ore (profilo Reverse Dipper: valori medi delle 24 ore nei limiti della norma con valori diurni nei limiti e valori notturni alterati) ed Ecg dinamico secondo Holter delle 48 ore (ritmo sinusale frequenza cardiaca (FC) media delle 48h 76 bpm, rari (74) BEV isolati, frequenti BESV isolati e a formare episodi (6 della durata massima di 34...continua a leggere

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ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS

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