La diagnosi certa e le implicazioni prognostiche successive per i pazienti con una sospetta miocardite costituiscono a oggi una sfida aperta, per la mancanza di specificità di segni clinici e sintomi e per la ridotta accuratezza della biopsia endomiocardica. La risonanza magnetica cardiaca (RMC) costituisce un’arma preziosa in questo ambito, poiché consente sia l’esecuzione di una caratterizzazione tissutale sia la valutazione dell’anatomia cardiaca, ma il valore prognostico di tale metodica non è chiaro. Il presente studio ha seguito 600 pazienti con sospetta miocardite sottoposti a RMC con gadolinio fra il 2002 e il 2015 e ha valutato in un modello di analisi multivariata gli eventi cardiovascolari avversi maggiori (ECVAM), mettendoli in correlazione con i marcatori di late gadolinium enhancement (LGE) alla RMC. A una mediana di follow-up di 4,7 anni (range interquartile: da 2,3 a 7,3 anni), 98...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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