Da “malattia di Papi e Re” a nuovo fattore di rischio cardiovascolare?

Nell’immaginario collettivo la gotta, probabilmente la più antica malattia articolare conosciuta, è stata associata fin dalle sue prime descrizioni ad uno stato di benessere socio-economico. Le varie definizioni di “artrite dei ricchi” o di “malattia dei re e dei papi” con cui era nota la gotta nel passato erano suggestive di una particolare predilezione di questa condizione clinica per chi, in ragione del suo stato socio-economico, poteva garantirsi quegli eccessi alimentari a cui venne da subito attribuito un ruolo fisiopatologico determinante, o almeno favorente. Questo legame era talmente stretto che nel 1900 nelle pagine del London Times si leggeva “The common cold is well named – but the gout seems instantly to raise the patient’s social status”; soffrire di gotta elevava immediatamente il proprio rango sociale. Nei decenni successivi la gotta ha perso completamente l’originale connotazione aristocratica per diffondersi democraticamente in tutti gli strati sociali della popolazione. Ne è testimonianza quanto si leggeva nel 1964 nelle pagine della rivista satirica inglese Punch “In keeping with the spirit of more democratic times, gout is becoming less upper-class and is now open to all ... It is ridiculous that a man should be barred from enjoying gout because he went to the wrong...continua a leggere