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L’anticoagulazione nel paziente con demenza vascolare, scompenso cardiaco e malattia occlusiva carotidea
Decadimento cognitivo in paziente con Scompenso Cardiaco, Malattia Occlusiva Carotidea e deficit cognitivo vascolare Viene presentato il caso di E.G., donna di 86 anni, che in anamnesi presenta ipertensione arteriosa, pregresso ictus ischemico nel territorio della arteria cerebrale posteriore dx nel marzo 2012, cui seguiva il riscontro di fibrillazione atriale (FA) permanente e l’introduzione di terapia anticoagulante orale (TAO) con warfarin secondo INR. Da circa due anni è assistita continuativamente dai familiari e da una badante per disturbi mnesici e cognitivi iniziali, ma a carattere gradualmente ingravescente. Nel luglio 2015 la paziente è stata sottoposta ad impianto di pacemaker (PM) per FA a bassa risposta ventricolare. Nel dicembre 2015 per l’insorgenza subacuta di astenia, stato confusionale, dispnea e tachiaritmia fu ricoverata in Medicina Interna con diagnosi di scompenso cardiaco congestizio. In tale occasione l’esame ecocardiografico rivelava un ventricolo sinistro globalmente ipocinetico con una FE del 38%, associata a marcata dilatazione atriale sx e lieve rigurgito mitro-tricuspidale. Le neuroimmagini (TC encefalo) non evidenziavano lesioni recenti né sanguinamenti in un quadro di encefalopatia vascolare multinfartuale (esiti lacunari e cortico-sottocorticali biemisferici). Alla dimissione la TAO veniva sostituita con eparina frazionata sotto cute a dose anticoagulante (Enoxaparina 6000 UI x 2 die) e le venivano...continua a leggere
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