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UN CASO DI FIBRILLAZIONE ATRIALE DI DIFFICILE GESTIONE TERAPEUTICA

Donna di 76 anni, ricoverata in Chirurgia, era stata visitata dal Cardiologo per fibrillazione atriale parossistica condotta con frequenza di 165 b.m. All’eco: buona cinesi, ipertrofia ventr. sn, dilatazione biatriale con fibrosi app. valvolare mitralico, I.M. di grado moderato (vena contracta=4mm), I.T. di grado moderato (PAP=45 MMHG). La paziente era stata ricoverata due giorni prima per occlusione della colostomia, eseguita 5 anni prima in seguito a resezione intestinale per carcinoma del colon-retto e fistolizzazione in peritoneo. In Chirurgia aveva praticato intervento di disostruzione delle briglie aderenziali e di chiusura della fistola peritoneale. In Cardiologia, le viene prescritta terapia con infusione endovenosa di cordarone con ripristino del ritmo sinusale dopo circa otto ore. La paziente, già sottoposta a trasfusioni di emazie concentrate, mostrava solo una lieve anemia (Hb 10.5 g/dl), non aveva mai praticato terapia anticoagulante orale ed in atto stava assumendo solo enoxaparina 4000 UI sc per la profilassi del tromboembolismo venoso. Viene stimato CHA2DS2-Vasc score =6 e HAS-BLED =4 (CL.CREAT=48,3). Come impostare la terapia anticoagulante in questa paziente?
Viene consigliata terapia con enoxaparina 6000 UI sc x2 (seguendo le Linee Guida CHEST 2016 sulla gestione della terapia anticoagulante nei pazienti oncologici) e rivalutazione...continua a leggere

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