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La riduzione intensiva della pressione arteriosa non riduce il rischio di demenza
Fonte: The SPRINT MIND Investigators for the SPRINT Research Group. JAMA. January 28, 2019. doi:10.1001/jama.2018.21442.

La strategia di controllo pressorio intensivo (pressione arteriosa sistolica <120 mmHg) rispetto a quello standard (<140 mmHg) non si associa ad una significativa riduzione dell’incidenza di demenza e deterioramento cognitivo di grado lieve: è quanto descritto su JAMA dai ricercatori del gruppo SPRINT MIND (Memory and cognition IN Decreased hypertension), lo studio ancillare del Systolic Blood Pressure Intervention Trial. Come noto, lo studio ha arruolato adulti ipertesi di età pari o superiore a 50 anni, senza anamnesi di diabete o ictus, randomizzati ad un obiettivo di pressione arteriosa sistolica <120 mmHg (gruppo di trattamento intensivo, n = 4.678) o <140 mmHg (gruppo di trattamento standard, n = 4.683). La randomizzazione è iniziata nel novembre 2010, con termine di follow-up per gli outcomes cognitivi (demenza e deterioramento cognitivo lieve) fissato a luglio 2018. La funzione cognitiva veniva valutata mediante uno screening iniziale basato sulla valutazione della funzione cognitiva globale (Montreal Cognitive Assessment [MoCA]), su test di apprendimento e memoria (Logical Memory forms e Wechsler Memory Scale) e sulla velocità di elaborazione (Digit Symbol Coding Test della Wechsler Adult Intelligence Scale). A questi si aggiungeva il Functional Activities Questionnaire per la valutazione dello stato funzionale. In base...continua a leggere

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