Sono le ore 8.45 di una fredda mattina di inizio Gennaio 2019; al Triage del Pronto Soccorso si presenta un’ambulanza del 118 con a bordo una signora di 73 anni che riferisce la comparsa di cefalea intensa, a “pugnalata” insorta alle ore 7.30, al risveglio dopo una notte tranquilla, riposata; lamenta, inoltre, difficoltà all’uso dei tasti del telecomando con la mano sinistra (paziente mancina). I familiari riferiscono che la signora presenta deviazione della rima labiale, ed è un po’ confusa. All’arrivo in Triage, l’infermiere di turno rileva condizioni stabili, lieve ipertensione sistolica isolata, attività cardiaca e saturazione di ossigeno nella norma, la scala di valutazione del dolore VAS 3-4; la paziente dichiara subito al triagista di essere in trattamento con un anticogulante orale e mostra la scheda del farmaco che ha nel portafogli (Edoxaban 60 mg). Il triagista, in virtù del dato anamnestico e della sua valutazione, le assegna un codice di alta priorità. Pertanto, la paziente rimane in attesa monitorata per circa 20 minuti. Viene, quindi, fatta entrare nella sala visita dove il Medico emergentista trova la paziente in discrete condizioni, è sveglia, risponde ai comandi verbali, ben orientata e congrua, collaborante. Lieve polipnea in aria ambiente, toni cardiaci ritmici,...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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