...rispetto a quelle che assumevano farmaci per mantenere una pressione arteriosa sistolica intorno a 145 mmHg. Queste sono le conclusioni presentate da William B. White, della Calhoun University of Connecticut, USA e uno dei principali investigatori dello studio. Tuttavia, la riduzione delle lesioni cerebrali, visibili alla risonanza magnetica (RM), non si è tradotta in un miglioramento significativo della mobilità e della funzione cognitiva. I ricercatori hanno affermato che è probabile che tre anni siano stati un periodo troppo breve affinché tali benefici diventino evidenti. Lo studio è il primo a dimostrare un modo efficace per rallentare la progressione della malattia cerebrovascolare, una condizione comune negli anziani. Oltre a vedere effetti benefici sul cervello, quelli che hanno mantenuto la pressione arteriosa più bassa hanno meno probabilità di subire importanti eventi cardiovascolari, come infarto o ictus. "Penso che sia un risultato clinico importante e molto promettente per gli anziani che hanno una malattia vascolare del cervello e l'ipertensione", ha detto White. "Con il trattamento intensivo della pressione arteriosa nelle 24 ore abbiamo ridotto il danno cerebrale del 40% in un periodo di soli tre anni. Questo è clinicamente altamente significativo, e penso che anche un periodo più lungo di riduzione intensiva della pressione arteriosa avrà un impatto sostanziale sulla funzione anche...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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