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Semplifichiamo la complessità

Il Sig. G.G. è un uomo di 87 anni, autosufficiente, che vive solo. Ha plurimi fattori di rischio cardiovascolare e una storia cardiologica molto complessa. Nel 1996, in seguito ad infarto miocardico, è stato sottoposto a rivascolarizzazione chirurgica mediante arteria mammaria interna su interventricolare anteriore (IVA) e graft venoso su interventricolare posteriore (IVP). La cardiopatia post-infartuale è progressivamente evoluta verso una disfunzione ventricolare sinistra di grado moderato (FE VS = 40%) e, nel 2003, il paziente è stato sottoposto a impianto di ICD bicamerale in prevenzione secondaria. Nel settembre 2017 viene ricoverato in UTIC in seguito ad episodi ricorrenti di tachicardie ventricolari, correttamente riconosciute ed interrotte dall’ICD. Nel corso dell’inquadramento viene sottoposto ad ecocardiogramma e a controllo coronarografico. L’ecografia evidenzia la presenza di un rigurgito mitralico moderato-severo ad eziologia mista (degenerativa + funzionale). L’esame coronarografico evidenzia occlusione della coronaria destra nativa e del graft venoso su IVP, pervietà del graft arterioso anastomizzato su IVA distale e presenza di stenosi critica su IVA prossimale, a monte di rami diagonali con grosso territorio di distribuzione, non perfuso dal graft per via retrograda. Decidiamo pertanto di procedere ad angioplastica percutanea...continua a leggere

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ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS

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