Le alterazioni del metabolismo lipidico rappresentano un elemento di primo piano nel panorama dei fattori di rischio per malattia cardiovascolare, non solo nel paziente affetto da malattia renale. Come noto, il profilo lipidico del paziente affetto da malattia renale cronica (CKD) è piuttosto caratteristico: elevati livelli di trigliceridi plasmatici si accompagnano ad una riduce cospicua di quelli del colesterolo HDL (C-HDL) a fronte di livelli normali di colesterolemia totale e di colesterolo LDL (C-LDL) (Figura 1). Si tratta di un profilo lipidico fortemente aterogeno dominato proprio dall’elevata produzione di trigliceridi e dall’eviente aumento della concentrazione di molecole di C-HDL cosiddette “disfunzionali” e fortemente associate a fenomeni infiammatori cronici, trombosi ed ossidazione a livello tissutale (Figura 2). Anche per questi motivi, il paziente affetto da CKD presenta un elevato grado di rischio cardiovascolare, rischio che aumento al progredire della malattia renale stessa, al punto che le linee guida della European Society of Cardiology (ESC) catalogava i pazienti con CKD severa (eGFR < 30 ml/min) tra i pazienti a rischio cardiovascolare molto elevato e quelli con CKD moderata (eGFR compreso tra 30 e 49 ml/min) tra i pazienti a rischio cardiovascolare...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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