Queste sono le conclusioni dei ricercatori coordinati da Fumagalli C dell’università di Firenze. I pazienti con cardiomiopatia ipertrofica (HCM) sono inclini all'aumento di peso corporeo e all'obesità. Dal momento che non è noto se questo predisponga questi individui a esiti avversi a lungo termine, i ricercatori hanno voluto esaminare l'associazione dell'indice di massa corporea (BMI) con esiti a lungo termine nei pazienti con HCM in termini di progressione globale della malattia, sintomi di insufficienza cardiaca e aritmie. In questo studio di coorte, sono stati analizzati i dati retrospettivamente dal Sarcomeric Human Cardiomyopathy Registry, un database internazionale creato da 8 centri HCM ad alto volume che comprende oltre 6.000 pazienti che sono stati osservati longitudinalmente per decenni. Sono stati analizzati i record dall'inizio del database fino al primo trimestre del 2018. I pazienti sono stati divisi in 3 gruppi in base al BMI (gruppo di peso normale, <25; gruppo preobesità, 25-30; e gruppo obesità, > 30). I pazienti con 1 o più visite di follow-up sono stati inclusi nell'analisi. Gli outcome sono stati la mortalità globale e cardiovascolare, l’insufficienza cardiaca (frazione di eiezione inferiore al 35%, sintomi di classe NYHA III / IV, trapianto cardiaco o impianto di LVAD), un outcome aritmico ventricolare (morte cardiaca improvvisa, rianimato arresto cardiaco...continua a leggere