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Pressione normale-alta / preipertensione: un target ideale per l’approccio nutraceutico

Epidemiologia della pressione normale-alta: correlazioni col rischio cardiovascolare

E’ ampiamente noto a tutti come, all’aumento dei valori pressori sistemici, aumenti il rischio di sviluppare malattia cardio e cerebrovascolare e come, salvo casi molto particolari, l’ottimizzazione dei livelli pressori si associ ad una riduzione del rischio stesso.[1]
Negli ultimi due decenni, gli epidemiologi si sono concentrati sull’effetto di livelli pressori subottimali, ma non francamente patologici. Nella definizione delle Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) e della Società Europea dell’Ipertensione (ESH), la pressione “Normale-Alta” è caratterizzata dal riscontro ripetuto in più rilevazioni di valori di pressione sistolica compresi fra 130 e 139 mmHg e/o di pressione diastolica compresi fra 85 e 89 mmHg: questa condizione clinica interessa circa il 30% della popolazione generale ed è caratterizzata da un rischio cardiovascolare che sembra crescere in modo proporzionale rispetto ai valori ottimali di 120/80 mmHg.[2] Quindi, le Linee Guida statunitensi hanno identificato nella “pre-ipertensione” [3] e le Linee Guida europee nella “pressione normale-alta” [4] un fattore di rischio per lo sviluppo di ipertensione arteriosa [5], di danno d’organo e di complicanze cardiovascolari sul lungo termine, specie nei soggetti più giovani (Tabella 1). continua a leggere

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