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Illusione o realtà?

Gli effetti pleiotropici delle statine hanno superato lo scetticismo iniziale e si pongono come “effetto aggiuntivo” all’azione sul colesterolo. 

Le statine, agenti inibitori della HMG-CoA reduttasi, sono attualmente la classe di farmaci più prescritta nel mondo. L’impatto di questi presidi farmacologici (introdotti circa 15 anni orsono) sulla riduzione della mortalità e morbilità per cardiopatia ischemica è stato determinante. Dato che i livelli di colesterolo sierico sono strettamente correlati con la malattia aterosclerotica coronarica è stato generalmente assunto che il meccanismo fondamentale (se non unico..), benefico sull’incidenza delle malattie cardiovascolari, sia legato proprio alla riduzione del colesterolo. Tale “dogma” che, in ogni caso, non raccorda bene con l’ipotesi multifattoriale della malattia aterosclerotica, è stato però messo progressivamente in discussione da alcune osservazioni provenienti sia dai grandi trial clinici che da studi in vitro ed in vivo. Il primo dato, proveniente proprio dai grandi trial di prevenzione primaria e secondaria, ha mostrato come le curve di sopravvivenza hanno cominciato a divergere in un periodo di tempo troppo breve per raggiungere una significativa riduzione della placca ateromasica o prevenire una sua progressione ad uno stadio di rilevanza clinica. In ...continua a leggere

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