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La chiusura percutanea del forame ovale pervio nella prevenzione secondaria dell'ictus ischemico
Fonte: Congresso ESC Heart and Stroke 2021.

Il forame ovale pervio (FOP) entra in gioco in diverse condizioni patogene (tra cui la più importante è l’ictus) e interagisce con altri potenziali processi causali. Mentre l'ipotesi del ruolo del FOP nell'ictus "criptogenico" è plausibile, fino a poco tempo non c'erano prove da studi randomizzati. Ora ci sono diversi studi che hanno mostrato, dopo un follow-up a lungo termine l'effetto positivo della chiusura del FOP, in soggetti accuratamente selezionati, in cui le cause alternative di ictus "criptogenetico" sono state escluse da valutazioni multidisciplinari. Tuttavia, l'eterogeneità dei pazienti è elevata e le prove riportate rimangono relativamente modeste. Pertanto, diversi sistemi sanitari in tutto il mondo hanno adottato varie regole/raccomandazioni che indicano dove è indicata la chiusura del FOP. Mentre ora diversi studi randomizzati (RESPECT, REDUCE, CLOSE, DEFENCE-PFO) hanno mostrato l'effetto della chiusura del FOP nel ridurre l'ictus per un periodo di follow-up più lungo, permangono incertezze sulla durata del monitoraggio prima della decisione (per escludere/trovare cause di aritmia-fibrillazione atriale ), così come i successivi regimi terapeutici antipiastrinici e/o anticoagulanti dopo la chiusura del FOP. Vari punteggi clinici (ad es. ROPE) sono in fase di sviluppo, che possono fungere da strumento utile, ma da applicare con cautela. Il ruolo del team multidisciplinare rimane fondamentale nella...continua a leggere

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